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ROSSELLA AMATO | Reggio Calabria
Donazione dedicata

memories

Era il 29 agosto 2014, un giorno prima dei miei 40 anni. Ricordo quel giorno come uno dei più emozionanti dello scorso anno. In due ore di colloquio con la dottoressa Pucci, presso la sede della Banca del Cordone di Reggio Calabria, ho avuto modo di ripercorrere la mia vita e le vicende che hanno interessato la mia famiglia negli ultimi anni. Con mio marito avevamo infatti deciso di richiedere, qualora ve ne fossero le condizioni, la raccolta del cordone dedicata, in funzione della patologia di cui è affetto il nostro primo figlio di soli 4 anni. Ero stata in contatto con alcune Banche Private che suggerivano la conservazione del sangue a caro prezzo, utilizzando la possibilità di esportazione dall'Italia dell'unità raccolta durante il parto, ma oltre al costo, non ero convinta fosse la soluzione adatta. Infatti, mio figlio è affetto da istiocitosi LH, una malattia rara, trattata come da protocollo internazionale con chemioterapia per un periodo di 12 mesi, per tutto il corso del 2014. Ma, su suggerimento dello specialista, mi affidai ad una Struttura Pubblica perchè venni a sapere che, in casi particolari il cordone della sorella/fratello poteva essere conservato senza ricorrere a strutture private. La dottoressa, che conobbi in quella circostanza, da subito colse la profonda sofferenza che serpeggiava nel nostro racconto. Si trovava di fronte una coppia di genitori afflitti da un contorno di problematiche esistenziali capaci di minare anche gli animi più solidi. Incertezza per la gravidanza in corso in quel momento e che si avviava al termine, preoccupazione per la salute del bimbo malato, esasperazione per alcune vicende lavorative ostili che avevano determinato un improvviso trasferimento dalla Lombardia (luogo di residenza stabile) alla nativa Calabria, quasi ad attuare un ripensamento della propria esistenza in un momenti di profondo disagio. In quel momento avevo di fronte non solo il medico, ma una donna, probabilmente una mamma che, con le sue parole, suffragate da esperienza e professionalità, è riuscita a infondere coraggio ad una coppia di genitori in pena, ma soprattutto ad entrare in empatia con un'altra donna e madre. Grazie a tale incontro io ho potuto vedere realizzata la sperata raccolta del cordone dedicata a mio figlio Andrea, qualora ne avesse avuto bisogno, dato che la sua patologia era tra quelle inserite nell'elenco della GITMO. (la Società che si occupa di aggiornare puntualmente, dopo aver constatato le evidenze scientifiche suffragate da studi internazionali consolidati, quali siano le malattie curabili con trapianto di staminali cordonali) Da subito la struttura si è attivata affinchè io venissi seguita in ogni aspetto relativo alla gravidanza, mettendomi in contatto con validi professionisti. La ginecologa Musella, l"ostetrica Gatto, il cardiologo Benedetto, l'oncologa Iaria, un pool di competenze e soprattutto persone che hanno creato una rete comunicante per proteggerci, oltre che per seguire "il nostro caso". In data 11 novembre 2014 quando è nata nostra figlia presso l"ospedale di Reggio Calabria è stato raccolto il cordone, poi conservato presso la Cord Blood Bank. Oltre all"emozione del momento, ricordo la grande dedizione e l"umanità con cui sono stata seguita e confortata dagli specialisti cui mi ero affidata in questa esperienza unica. Dopo oltre 20 anni trascorsi fuori dalla terra di origine e dopo aver conosciuto le realtà sanitarie lombarda - dove peraltro è stata diagnosticata l"istiocitosi a mio figlio-, sono rimasta sorpresa ed impressionata nel conoscere la realtà calabrese, quella che purtroppo non viene raccontata dai media che lasciano sotto i riflettori solo gli aspetti peggiori che rappresentano solo un lato della medaglia. Io sono testimone di una realtà attrezzata, avanzata e sensibile ad un tema cosi delicato qual è la raccolta delle staminali . Ora mio figlio è stabile, ma so che quel sangue raccolto dalla nascita di sua sorella è lì per lui e può essere usato qualora ne avesse bisogno, ma sono anche convinta che tante persone confidano nella solidarietà di altre che, senza avere il peso della malattia che incombe sulla propria famiglia, saranno felici di donare quel concentrato di amore e speranza contenuto nella sacchetta di 150 ml che va ad aggiungersi alle tante messe a disposizione della comunità di tutto il mondo che ha bisogno di un altro, uno sconosciuto, che può aiutarlo.