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LISA MERLINI | FIRENZE
Trapianto Allogenico di Sangue Cordonale

memories

Ciao, sono Lisa, una ragazza di 35 anni, nella vita faccio l’infermiera a Firenze e, una mattina del 2011, mentre ero a lavorare in reparto, mi è completamente cambiata la vita. Mi è stato diagnosticato un linfoma non Hodgking, una forma piuttosto aggressiva, che aveva già completamente interessato tutta la zona del mio mediastino. Ricordo ancora che mi ci sono voluti mesi per realizzare che dovevo realmente combattere contro questa malattia, ero incredula, non mi rendevo veramente conto che fosse successo a me, proprio a me che nella vita, a causa del mio lavoro, avevo sempre aiutato gli altri ad affrontare cose cosi. Ho fatto subito 8 mesi di chemioterapia per poi poter affrontare il trapianto autologo di cellule staminali, che nel mio caso purtroppo non è stato risolutivo. Dopo un anno dal trapianto infatti mi si è presentata una recidiva ed ho dovuto affrontare la mia paura più grande, un trapianto da donatore (allogenico) che nel mio caso è stato un trapianto da cordone. E’ incredibile come la vita, in un modo o in altro ti costringa a lavorare sulle tue paure più grandi, questo è uno dei più importanti insegnamenti che ho imparato da questo difficile percorso, le paure, i problemi vanno necessariamente affrontati con un atteggiamento il più positivo possibile, perché è proprio questo che determina fortemente il grado della tua riuscita. La fase del ricovero al TMO (Trapianto Midollo Osseo) è stata dura, sono stati 50 giorni molto intensi, alla fine dei quali ero convinta di aver finalmente messo un punto al mio percorso di malattia, ma mi sbagliavo. Proprio in quel momento è cominciata la salita. Ho infatti, purtroppo, sviluppato una reazione di rigetto al trapianto (GVHD) che mi ha compromesso a livello cutaneo e polmonare. Sono stata ricoverata in rianimazione a natale del 2014 e quello è stato il momento più brutto e difficile della mia vita dove veramente non sapevano se sarei riuscita a superarlo. Successivamente , a causa delle massicce dosi di cortisone che avevo dovuto prendere, ho dovuto affrontare diversi interventi ortopedici, una stabilizzazione vertebrale e le protesi bilaterali delle anche. E’ stato l’anno e mezzo più lungo e complicato della mia vita, ci sono stati momenti in cui ho completamente perso la speranza e ho maledetto il giorno in cui, invece che arrendermi, avevo deciso di combattere quel mostro. Ma oggi posso dire che ho vinto io, la determinazione, il sorriso e l’amore delle persone a me vicine, che non mi hanno abbandonato un attimo, mi hanno permesso di rialzarmi, di riprendere in mano, piano piano, a piccoli passi, la mia vita. Ho ricominciato ad essere autonoma, a guidare, ad andare a vivere da sola, e il prossimo obiettivo è finalmente quello di tornare a lavorare. Accettare il cambiamento che questa cosa ha portato nella mia vita mi ha permesso di apprezzarne ancora di più il valore, sono una persona diversa oggi, adesso vivo veramente. Sono grata a quell’atto di generosità e di amore da parte di una donna a me completamente sconosciuta, che mi ha dato una seconda possibilità. Senza di lei oggi non sarei qui. E’ per questo che mi sento in debito, sento di dover restituire qualcosa di quel grande gesto d’amore gratuito che mi è stato fatto, perché, come dice il poeta statunitense Henry Longfellow “ dona ciò che hai. Per qualcuno può essere meglio di quanto osi pensare.”